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Solennità del Natale in cattedrale a Udine

Il messaggio dell’arcivescovo di Udine: “Il virus ci ha resi fragili e poveri, dobbiamo ritrovare la speranza”   25 DICEMBRE 2021 UDINE. Un ...

Il messaggio dell’arcivescovo di Udine: “Il virus ci ha resi fragili e poveri, dobbiamo ritrovare la speranza”


 

25 DICEMBRE 2021





UDINE. Un Natale di speranza. Questo il messaggio che l’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato ha rivolto ai fedeli alla messa del 25 dicembre. 


E l’ha fatto utilizzando “le parole cantate dagli angeli la notte santa della nascita di Gesù: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”.


“Ma a chi si sono rivolti gli angeli – continua – per portare il loro messaggio di gioia e di speranza? Non al governatore romano, né al re Erode e ai suoi dignitari, né ai sommi sacerdoti. Questi dormivano sicuri del loro potere.


 

Gli angeli scendono a cantare sopra un gruppo di pastori che, per custodire le pecore, rimanevano svegli anche di notte. Erano povera gente, con compensi da fame, provati dalle durezze della vita e disprezzati dall’opinione pubblica. Gesù, Il Figlio di Dio che nasce dalla Vergine Maria, manda i suoi angeli a questi poveri pastori per consegnare il suo messaggio di speranza: “Gloria a Dio e pace agli uomini”.


 


"Durante tutta la sua missione fino alla morte in croce e alla risurrezione avrebbe seguito questo stile. Si sarebbe rivelato ai poveri e si sarebbe negato ai superbi troppo sicuri di sé.


Probabilmente a questo Natale arriviamo anche noi sentendoci un po’ più deboli e un po’ più poveri, spogliati delle nostre certezze – afferma monsignor Mazzocato – . Come i capi di Gerusalemme, in passato abbiamo dormito sulla sicurezza dei soldi, della scienza, della medicina. È bastato questo virus “subdolo e invisibile” per farci assaggiare il gusto amaro dell’insicurezza e della paura a cui non eravamo abituati; per farci provare la sofferenza di non poter vivere con spontaneità i rapporti tra noi perché ognuno può essere minaccia per l’altro, anche il bambino con i genitori e i nonni”.


“Ci ritroviamo più fragili e poveri; privati non solo di soldi ma, specialmente, di serenità interiore e di speranza. E di serenità e speranza abbiamo bisogno per vivere. Lo toccano con mano i ragazzi, gli adolescenti e gli anziani che stanno pagando il prezzo più alto perché il loro animo non regge alla solitudine, alla paura, all’incertezza.


In questa situazione invito tutti a fermarci un momento, spegnendo televisioni e social, ed ad ascoltare il canto degli angeli della notte di Natale: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”.


È un grande messaggio di speranza. È come un faro che ci indica la direzione da seguire in questa tempesta.


“Gloria a Dio”: come i pastori torniamo ad alzare gli occhi verso il cielo da dove ci è venuto incontro Gesù. Forse, con presunzione li abbiamo abbassati troppo sulla terra dimenticandoci di pregare e di dare gloria a Dio dalla cui onnipotente misericordia abbiamo ricevuto gratuitamente la vita, il creato e tanti altri doni; abbiamo ricevuto Gesù e, in lui, la vita eterna che non conosce la minaccia dei virus.


Se riusciremo ad alzare gli occhi verso il cielo e a pregare assieme, scopriremo che i nostri cuori diventano più sereni e leggeri. E guardandoci l’uno con l’altro sentiremo di essere capaci di benevolenza e accoglienza; sentimenti che sono il lievito che fa crescere la pace che gli angeli annunciano: “Sulla terra pace agli uomini che Dio ama”.


Di pace abbiamo bisogno per purificare i cuori dagli atteggiamenti negativi che sembrano crescere in questo tempo: la contrapposizione reciproca e la chiusura verso chi la pensa diversamente, fino a giungere anche all’astio. Sono virus che si annidano nei cuori e che potrebbero avere conseguenze più pericolose di quelle del covid.


Respiriamo, allora, l’aria pura del Santo Natale che ci fa cantare assieme: “Gloria a Dio che ci ha donato Gesù e pace tra noi uomini sulla terra”.


 


Ecco il programma delle altre celebrazioni: l’arcivescovo sarà a Tolmezzo per celebrare la Santa Messa in carcere domencia 26 dicembre.


Venerdì 31 dicembre presiederà alle 19 la santa messa in Cattedrale con il canto del “Te Deum”. Una tradizione che si rinnoverà anche in tante parrocchie del Friuli.


Nella memoria liturgica di Maria Santissima Madre di Dio, sabato 1° gennaio l’arcivescovo salirà a Castelmonte, dove presiederà la messa, alle 11.30. In cattedrale a Udine, alle 19, sarà celebrato invece il solenne pontificale di inizio anno con le autorità. 


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