Top

HIDE

Snippets NO!

FALSE

Messaggio dei Vescovi friulani per il post epidemia

I presuli: la pandemia ci ha fatto riscoprire una ritrovata sincerità con noi stessi, la spinta a varcare la soglia della propria interiorit...

I presuli: la pandemia ci ha fatto riscoprire una ritrovata sincerità con noi stessi, la spinta a varcare la soglia della propria interiorità, uno straordinario movimento di solidarietà

UDINE. I vescovi delle quattro diocesi del Friuli Venezia Giulia hanno rivolto un messaggio pastorale congiunto a sacerdoti, fedeli, responsabili delle istituzioni civili per accompagnarli in questo inizio di Fase 2. Un messaggio di fiducia e di speranza.

LEGGI ANCHE

L’arcivescovo di Udine: "Quando tutto sarà finito dovremo essere pronti ad aiutare i poveri"

Nella prima parte del loro messaggio, i vescovi invitano a soffermare l’attenzione sui mesi di inattesa emergenza epidemiologica che ha creato un generale sconvolgimento. Fra le paure, le sofferenze e le incertezze da tutti patite, essi colgono tuttavia dei segnali incoraggianti di cui può essere importante ora fare tesoro. In particolare ricordano: una ritrovata sincerità con noi stessi, la spinta a varcare la soglia della propria interiorità, lo straordinario movimento di solidarietà, il servizio svolto dai mezzi di comunicazione, la riscoperta di forme di preghiera personale e familiare, la domanda sul senso di quanto ci sta succedendo.

"Questo momento di prova inattesa ha fatto, contemporaneamente, emergere in molte persone domande sul senso della vitae della morte, sul bisogno di una speranza per vivere -hanno detto -. Esse rivelano che, a differenza degli animali, la persona umana custodisce nel proprio intimo ineludibili esigenze spirituali, con un’insopprimibile sete di verità, di amore e di una speranza che non delude".

LEGGI ANCHE

Vietato andare a messa, ma la Chiesa non ci sta: la libertà di culto deve essere assicurata

"Nella nostra epoca - continuano -, l’uomo ha preteso di saziare tale sete con le proprie forze, immaginando di poter inscenare un paradiso senza Dio e senza fede. Ma era proprio un’illusione che questo virus, in pochi giorni, si è incaricato di smascherare. Nonostante gli encomiabili sforzi messi in atto per arginare l’urto, di fronte alla malattia e alla morte ci siamo colti vulnerabili nel corpo e nell’anima".

"Avremmo bisogno di qualcuno a cui consegnare la nostra vita perché la protegga, la porti in salvo, le dia un qualche senso. In modo magari confuso, nei cuori si percepisce un bisogno che possiamo chiamare nostalgia di Dio e di una sua Parola di speranza. Questa nostalgia deve provocare e interpellare le nostre Chiese. La loro missione, infatti, è quella di annunciare la speranza che Gesù risorto ha portato il mattino di Pasqua e darne ragione a chi la cerca anche senza saperlo".


LEGGI ANCHE

Diocesi in soccorso dei poveri Aiuti e una mensilità dei preti


Prendendo così le mosse da questi segni, i quattro presuli suggeriscono alcuni punti di riferimento verso cui orientare il cammino che ci sta dinanzi. Si potrà, infatti, costruire un futuro di speranza se si saprà valorizzare l’esperienza vissuta e se non si perderanno di vista alcuni valori vitali messi in luce anche dalla dura prova che stiamo attraversando.


Si soffermano brevemente sull’importanza di curare l’anima assieme al corpo, sul valore assoluto della persona umana, sul ruolo insostituibile della famiglia, su una conversione verso la solidarietà, su un’amministrazione lungimirante del bene comune, sulla salvaguardia dell’economia reale e  della dignità del lavoro. Fonte giornalistica.


Nessun commento