UDINE. Accorgiamoci di chi soffre. Di chi si trova in difficoltà, magari a causa della crisi, ma anche di chi vive in solitudine. Cerchiamo...
UDINE. Accorgiamoci di chi soffre. Di chi si trova in difficoltà, magari a causa della crisi, ma anche di chi vive in solitudine. Cerchiamo di portare conforto almeno a una di queste persone. E ricordiamoci che Gesù parla solo ai poveri e agli umili. Questo in sintesi il messaggio dell’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato nel corso delle messe di Natale celebrate in cattedrale.
Nell’omelia della messa di mezzanotte, Mazzocato ha raccontato dell’incontro avuto con una donna: «Una quarantenne pochi giorni fa mi ha confidato la sua recente esperienza. Ha alle spalle una vita tribolata, passata per la droga e per la malattia dell’Aids. Dopo l’ennesimo dolore, legato all’impossibilità di essere madre, ha partecipato a un incontro di due giorni di preghiera e spiritualità e mentre, durante la messa, si avvicinava all’altare per fare la comunione ha avvertito nel profondo della sua anima queste parole: “Io sono venuto anche per te”. Una serenità e gioia profonda si è risvegliata nel cuore, assieme ad una vera commozione. Chiedeva a me spiegazione di questa sorprendente esperienza di consolazione, di amore intimo e di speranza. Le ho risposto: “Questo è il tuo Natale. Gesù ha guardato alla tua povertà e l’ha riempita con la sua gioia”».
L’augurio quindi è quello di incontrare Gesù. «Solo Gesù - ha proseguito infatti l’arcivescovo - può donarci quella gioia e speranza di cui ha sete ogni uomo e che illuminò perfino i cuori dei pastori tristi e umiliati. Essi tornarono glorificando Dio in mezzo a tutti per ciò che avevano ricevuto dal bambino che Dio aveva mandato per la salvezza degli uomini. Questa è la gioia che ci apre il cuore verso le persone che abbiamo vicino. Spesso, chiusi in noi stessi e nelle nostre abitudini, quasi non vediamo chi sta con noi nella stessa casa, al lavoro, al bar, per strada. Come alla giovane donna, Gesù dice ad ognuno di noi: “Sono venuto anche per te. E tu condividi la gioia, che ti dono, con il fratello o la sorella che ti sta vicino, guardandolo con occhi di solidarietà e benevolenza”. Non mancano, anche vicino a noi, persone che per Natale soffrono più acutamente la solitudine e le ristrettezze materiali. Usciamo da questa messa con l’impegno di accorgerci almeno di una persona che aspetta di essere vista e accolta e insegniamo ai nostri figli a vivere con questa spiritualità il Santo Natale». Fonte Messaggero Veneto.
Ma chi sono i poveri? «Erano poveri i pastori che vivevano di stenti e socialmente emarginati. Erano poveri anche i magi. A loro non mancavano i mezzi materiali, ma cercavano qualcuno che rispondesse alle grandi domande della vita che ogni uomo porta dentro di sé. Questa povertà li spinse ad intraprendere un pellegrinaggio alla ricerca di colui che veniva da Dio per rivelare agli uomini la verità». Ha precisato Mazzocato durante la messa di Natale del mattino. «Il giorno di Natale - ha sottolineato - possiamo dirci la verità e riconoscere che anche noi siamo tutti dei poveri. A volte lo scopriamo quando le vicende della vita ci spogliano delle nostre sicurezze. Penso a persone che ho incontrato in questi giorni. Alcuni vivono precarietà economica ed umiliazione personale per l’impossibilità di trovare lavoro. Altri sono nella debolezza causata da gravi malattie o dalla vecchiaia. Altri si trovano smarriti e soli per la rottura di legami affettivi e familiari su cui confidavano. Ho appena celebrato la messa in carcere tra fratelli poveri di libertà e di tutto. Ma anche quanti di noi stiamo vivendo, per grazia di Dio, un periodo sereno della vita siamo dei poveri, come i magi. Almeno questa è la mia esperienza. Ogni giorno mi sento spinto a cercare senso e speranza per la mia vita e per quanti, meno fortunati di me, da me sperano di avere risposte rasserenanti».
Da qui il monito forte a ricordare che «Gesù parla solo ai poveri e agli umili. Parla nel silenzio della loro anima, come si fece incontrare dai pastori nel silenzio della notte» e dunque la preghiera intensa perché «Gesù parli in questo giorno santo anche alla nostra anima se, in questo momento ci apriamo a lui con tanta umiltà e povertà, abbandonando ogni pretesa di autosufficienza».
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